CURIOSITA' E LEGGENDE

'O MUNACIELLO

Il munaciello è un antico gestore dei pozzi d'acqua, il quale riusciva, grazie alla piccola statura, ad entrare nelle abitazioni passando attraverso i canali che servivano a calare il secchio. Quando non veniva pagato per i suoi servizi, si vendicava facendo i dispetti agli abitanti della casa; inalcuni casi aveva relazioni carnali con le mogli dei signori ed in quel caso lasciava come regalo oggetti di valore trafugati altrove.

'A Bella Mbriana

Leggenda d'amore per i vicoli di Napoli


La storia di Napoli è pervasa di leggende e miti, che si perdono tra realtà e fantasia, tra strade e vicoli, tra luci e ombre.

La leggenda d'amore della Bella Mbriana è una di queste.

La tradizione racconta di una bellissima principessa, tanto bella quanto infelice, e del suo amore mai vissuto. Un amore così forte ed assoluto che, una volta perduto, aveva causato in lei un vuoto assoluto. Tanto smisurata era stata la disperazione che la ragione non aveva retto; così la fanciulla era uscita di senno e la sua pazzia l'aveva condotta a vagare per i vicoli della città, come un'ombra, alla ricerca di qualcosa o di qualcuno che mai trovò.

Il re, suo padre, disperato, non sapendo cosa fare, per proteggerla, decise di ricompensare anonimamente coloro che aprivano la loro casa alla sua povera figlia, impietositi dalla sua infelicità.

Nasce così la leggenda di una misteriosa figura femminile, che dimora nelle nostre abitazioni e le protegge. Per il popolo napoletano, lei è lo Spirito della casa e assicura benessere e salute a chi ci abita. E' difficile vederla o incontrarla. Lei appare solo per qualche istante e se un occhio umano la intravede, lei si trasforma in un geco o si nasconde tra le tende smosse dal vento.

Il Cimitero delle Fontanelle

Il cimitero delle Fontanelle (in napoletano 'O campusanto d' 'e Funtanelle) è un antico cimitero della città di Napoli, situato in via Fontanelle. Chiamato in questo modo per la presenza in tempi remoti di fonti d'acqua, il cimitero accoglie 40.000 resti di persone vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836.

Il cimitero è noto perché vi si svolgeva un particolare rito, detto il rito delle "anime pezzentelle", che prevedeva l'adozione e la sistemazione in cambio di protezione di un cranio (detta «capuzzella») al quale corrispondeva un'anima abbandonata (detta perciò «pezzentella»).

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